Zambon punta sull’hi-tech con il nuovo building “Marco Polo” di Vicenza - AboutPharma

2022-09-16 17:49:54 By : Ms. vicky zhang

Quando tradizione, radicamento al territorio e voglia di proiettarsi nel futuro incontrano l’innovazione tecnologica, il made in Italy sa generare autentiche eccellenze. Vale in molti settori, compreso il farmaceutico. Un esempio eloquente è il nuovo building “Marco Polo”, realizzato da Zambon, la multinazionale chimico-farmaceutica, presso il suo stabilimento di Vicenza con un investimento da oltre 65 milioni di euro. Una vera fabbrica nella fabbrica, che racchiude il meglio dell’esperienza sul campo e dell’innovazione tecnologica della storica azienda italiana. Grazie alla sua grande capacità produttiva, il building oltre a dare un contributo determinante alla produzione di Zambon, i cui prodotti sono commercializzati in 87 paesi in tutto il mondo, rappresenta anche un’alternativa per gli operatori che vogliono esternalizzare affidandosi a un player qualificato e a un’infrastruttura all’avanguardia. Una soluzione che vale non solo per i prodotti a tecnologia tradizionale ma anche per i prodotti con requisiti di segregazione (farmaci biologici ed high potent), senza compromessi in termini di qualità. Ma cosa rende speciale “Marco Polo”? Lo spiega Andrea Paganelli, Head of Global Industrial Business Operations di Zambon.

Come nasce l’idea di “Marco Polo”?

Il nuovo hub si aggiunge al nostro storico stabilimento di Vicenza con l’obiettivo di accrescerne la capacità produttiva puntando su innovazione e tecnologia. Pochi anni fa, grazie a una importante partnership, abbiamo potenziato la distribuzione in Cina di uno dei nostri fiori all’occhiello, il Fluimucil inalatorio. Per noi si è rivelata un’occasione unica per approfondire il legame commerciale con l’Estremo Oriente commercializzando un prodotto a firma Zambon e realizzato a Vicenza da oltre sessant’anni. La Cina è un mercato che già presidiavamo ma che in poco tempo avrebbe visto addirittura quintuplicare la domanda. Avevamo bisogno di una potenza produttiva ancora più ampia e potevamo farlo in due modi: creando un nuovo impianto direttamente in Cina, oppure in Italia, investendo sull’ampliamento dello stabilimento vicentino. La nostra è un’azienda dall’anima glocal, con una visione internazionale ma sempre ben radicata al territorio, a cui vogliamo restituire valore e opportunità di lavoro e progresso. Per cui la scelta è ricaduta immediatamente su Vicenza.

Avete investito oltre 65 milioni di euro. Prossimi passi?

Ci siamo lanciati in questo progetto credendoci sin dal principio con ottimi risultati. Tra il 2019 e il 2021 Zambon ha investito circa 35 milioni di euro per creare da zero il nuovo impianto, che a gennaio 2022 ha ottenuto anche l’autorizzazione di Aifa: una cifra ingente, suddivisa in maniera equa tra building/ infrastrutture e impianti/utility. Rispetto a prima, la capacità produttiva è aumentata di circa il 30% e ora siamo tra i maggiori player in Europa in quanto a produzione di fiale sterilizzate terminalmente. In generale, lo stabilimento di Vicenza è adesso in grado di produrre liquidi orali, solidi orali (compresse di tutti i tipi) e prodotti sterili, sia preparati in asepsi che liofilizzati e fiale sterilizzate terminalmente. Ma non ci fermiamo qua. In futuro prevediamo di investire ulteriori 30 milioni in impianti innovativi di riempimento di sterili in asepsi con isolatore, liofilizzatori e confezionamento, per un totale complessivo che supera i 65 milioni di euro. Non va dimenticato che la propensione all’investimento è parte del DNA di Zambon. Al di là di “Marco Polo”, la società investe ogni anno circa 15 milioni di euro per rendere sempre più moderni i propri impianti.

Cosa permette di fare l’alta tecnologia applicata al farmaceutico?

L’obiettivo del progetto è chiaro. Puntare sull’hi-tech e sulla digitalizzazione per migliorare la nostra capacità produttiva, ma anche per offrire al mercato tutti gli elementi che da sempre contraddistinguono Zambon: competenza, attenzione, professionalità e ricerca della qualità. Grazie a “Marco Polo” le aziende con particolari esigenze produttive possono trovare nello stabilimento di Vicenza il luogo ideale in cui spostare determinate linee di produzione. Con una garanzia di qualità assoluta: è lì che realizziamo i nostri stessi prodotti curando nel minimo dettaglio ogni passaggio. Ma c’è di più: gli impianti dell’hub hanno un livello tecnologico così alto da permettere anche la produzione di tutti quei prodotti con principi attivi di complessa gestione e ad altissimo valore aggiunto. La tecnologia di “Marco Polo” riguarda più aspetti. Dalla connessione continua tra impianti e sistema gestionale per la pianificazione e il controllo da remoto, ai software di monitoraggio delle performance degli impianti (anche grazie ai tanti visual point sparsi per il building), fino alla digitalizzazione totale dei processi di laboratorio. Il che si traduce in risultati ottimali, certificazione dei processi più rigorosa e semplice, possibilità di verifica minuto per minuto di ogni aspetto del flusso di lavoro. Oltre a questo, in ottica industria 4.0, abbiamo anche installato dei cobot (i robot collaborativi di ultima generazione) che ci permettono di compattare gli spazi e risparmiare in termini di tempo e risorse: un enorme vantaggio competitivo per noi e i nostri partner.

Quali i passi avanti sul fronte della sostenibilità?

Al centro degli investimenti passati e futuri c’è anche la sostenibilità. Oltre ai pannelli solari che coprono una parte del fabbisogno dell’hub, che vogliamo rendere il più possibile autonomo dal punto di vista energetico, è stato installato anche un sistema di riciclo di acque piovane, che vengono raccolte in vasche, purificate e poi usate all’interno delle torri di raffreddamento delle fabbriche. La corsa verso la sostenibilità non termina qui e prevediamo di concentrarci sempre di più su questo aspetto. Per Zambon è prioritario aver cura delle persone e, quindi, anche dell’ambiente. E questo non vuol dire solo produrre farmaci sempre più efficaci, ma anche assicurarci che i processi di produzione diventino, via via, più ecologici.

Un building altamente tecnologico come “Marco Polo” richiede competenze adeguate. Per questo siamo sempre alla ricerca di talenti, sia sotto il profilo manageriale che tecnico, come gli analisti di laboratorio, figure con forti skill e non sempre facili da reperire sul mercato. L’intero stabilimento di Vicenza conta attualmente circa 300 collaboratori. Oltre a cercare le giuste professionalità sul mercato, per Zambon è essenziale puntare sulla formazione continua. Per questo abbiamo avviato dei programmi con prestigiose scuole di formazione, tra cui la CUOA Business School di Vicenza, per aggiornare i nostri collaboratori, specialmente i più giovani, su argomenti come finance, leadership, agile e sostenibilità.

Tag: “Marco Polo” / Aifa / industria 4.0 / Zambon /

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