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Aiuti agli energivori, aumento della produzione nazionale di gas da vendere a prezzi calmierati, maggiore riempimento degli stoccaggi, iter più semplice per gli impianti rinnovabili, corsia preferenziale per l’autonomia elettrica delle Ferrovie dello Stato e utilizzo dei siti della Difesa per impiantare pannelli fotovoltaici. Accanto alla scontata riconferma delle misure già varate contro il caro-bollette, con altri 3 miliardi per azzerare gli oneri di sistema, nel nuovo decreto del governo arrivano finalmente le misure strutturali attese da mesi.
Ecco le principali novità del dl “recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili, per il rilancio delle politiche industriali”, all’esame del Consiglio dei ministri.
Per azzerare gli oneri di sistema sulle utenze domestiche e non domestiche fino a 16,5 kw, e su quelle di potenza superiore, comprese le colonnine di ricarica delle auto elettriche, sono stati stanziati 3 miliardi di euro. Ridotta al 5% l’Iva nelle fatture emesse per i consumi di gas stimati o effettivi dei mesi di aprile, maggio e giugno 2022, misura che prevede 591,83 milioni di euro. Prevista anche la riduzione, per lo stesso trimestre, delle aliquote relative agli oneri generali di sistema fino a un importo di 480 milioni di euro. Esteso il bonus per gli utenti più deboli, per altri 500 milioni di euro.
A favore degli energivori colpiti da incrementi del 30% del costo per KWh rispetto al 2019, è riconosciuto un contributo straordinario sotto forma di credito di imposta, pari al 20% delle spese sostenute per la componente energetica. La misura è stimata in 700 milioni di euro. Credito d’imposta anche alle imprese a forte consumo di gas, con uno stanziamento di altri 522,2 milioni di euro. Il decreto prevede anche misure di sostegno alle imprese in crisi di liquidità per gli aumenti dei prezzi dell’energia, estendendo le garanzie. al 30 giugno prossimo.
Fin qui le misure tampone, per l’emergenza contingente. Il decreto passa quindi agli interventi strutturali. Saranno semplificati gli iter autorizzativi per la realizzazione degli impianti rinnovabili nelle aree idonee, compresi quelli eolici offshore. Le piccole e medie imprese saranno incentivate ad assicurarsi fonti di autoconsumo, attraverso un fondo che sarà costituito al Ministero della transizione ecologica, il Fondo Rinnovabili Pmi, che nasce con una dotazione di 267 milioni di euro. Previsti anche contributi in conto capitale a fondo perduto da parte del Gse, il Gestore dei servizi energetici, che entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, pubblicherà il bando. Il plafond è di 237 milioni di euro.Tra i grandi gruppi che già hanno annunciato di volersi autoalimentare c’è FS. La realizzazione degli impianti che andranno ad alimentare la rete ferroviaria è considerata di pubblica utilità.
Un credito d’imposta sarà riconosciuto alle imprese che investiranno in progetti di efficienza energetica nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, compresa la produzione di energia da fonti rinnovabili. La misura ha un impatto stimato in 290 milioni di euro per 2022 e 2023.
Ma il capitolo più atteso è quello sugli approvvigionamenti di gas a prezzi definiti “ragionevoli”, aumentando la produzione nazionale. I produttori dovranno manifestare interesse al Gse, comunicando i programmi delle produzioni di gas naturale delle concessioni in essere per gli anni dal 2022 al 2031, e un elenco di possibili sviluppi, incrementi o ripristini delle produzioni di gas naturale per lo stesso periodo nelle concessioni di cui sono titolari, delle tempistiche massime di entrata in erogazione, del profilo atteso di produzione e dei relativi investimenti necessari. Si promettono tempi rapidi, non oltre 6 mesi. A quel punto il Gse potrà stipulare contratti di acquisto di lungo termine, fino a dieci anni, a prezzi definiti con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della transizione ecologica e sentita l’Arera. Il sistema dei prezzi dovrà comunque garantisce la copertura dei costi totali effettivi delle singole produzioni, inclusi gli oneri fiscali e un’equa remunerazione. I volumi di gas acquistati a prezzo calmierato saranno offerti a clienti finali industriali, con riserva di almeno un terzo alle piccole e medie imprese.
Anche il ministero della Difesa sarà coinvolto nel piano di resilienza energetica nazionale, mettendo a disposizione i beni del demanio militare per installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Sarà possibile ricorrere ai fondi del Pnrr, in accordo col Ministero della transizione ecologica. L’energia prodotta potrà essere offerta ai clienti finali raggruppati nelle comunità energetiche rinnovabili.
Novità anche sul fronte degli stoccaggi di gas, perché il livello di riempimento delle riserve strategiche sia almeno del 90%, percentuale che quest’anno non è stata raggiunta. Come ha insegnato l’emergenza di quest’anno, andranno introdotti meccanismi economici per rendere disponibili volumi aggiuntivi di gas naturale dai punti di interconnessione con gasdotti non interconnessi alla rete europea dei gasdotti e nei terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto, allo scopo di contrastare l’insorgere di situazioni di emergenza. (riproduzione riservata)