L’Italia è il primo consumatore al mondo di acqua minerale, comprata regolarmente dal 98% delle famiglie. Secondo Mineracqua, la federazione che riunisce le industrie delle acque minerali, le ragioni per cui i consumatori preferiscono le acque imbottigliate sono due: una gustativa e una per così dire salutista.
Sul piano del gusto, l’acqua che si compra è ritenuta più gradevole e meno pesante; mentre sul piano igienico si avverte come più sicura e controllata, senza contare che dal punto di vista del benessere, ciascuno può scegliere – etichetta alla mano – quella più adatta al proprio stile di vita o alle esigenze fisiche. Per chi pratica sport a livello professionale o amatoriale, per esempio, è importante scegliere un’acqua ricca di sali minerali: calcio, sodio, potassio, magnesio e cloruri aiutano a reintegrare gli elementi persi con la sudorazione.
Per chi ha problemi di pressione alta, al contrario, un’acqua con pochi sali minerali, diuretica e in grado di eliminare il sodio in eccesso, è utile per contrastare l’aumento della pressione e l’affaticamento cardiaco. Se si desidera un aiuto nella digestione, un’acqua ricca di bicarbonati stimola l’azione degli enzimi digestivi e abbassa l’acidità. Le donne incinte o che stanno allattando, poi, trovano invece un valido alleato nelle acque calciche.
In Italia, la ricchezza di fonti si riflette sul mercato in una vastissima scelta di etichette, ben 960, in grado di assecondare davvero tutti i gusti e necessità. A tavola al ristorante i palati più esigenti non si accontentano più di scegliere il vino, ma desiderano che anche la proposta delle acque sia altrettanto interessante. Non è un caso che intorno all’acqua stia crescendo anche il fenomeno, prima di nicchia, della specializzazione nella ristorazione con tanto di carta delle acque e idro-sommelier capaci di consigliarne l’abbinamento con i cibi.
Ce ne sono ormai da ogni parte del mondo e ciascuna è accompagnata da uno storytelling su cui ci si può sbizzarrire, incuriositi anche da packaging particolari. Affascinanti, in bottiglie dal particolare design, arrivano da ogni angolo del pianeta, sia per il consumo dì tutti i giorni a casa, sia più ricercate da ristorante.
Come resistere, per esempio, al fascino dell’acqua piovana? Se la più famosa, la Tasmanian Rain, leggerissima perché priva di sali minerali e imbottigliata prima ancora di toccare la terra incontaminata del continente australe, non è più in produzione, ci si può consolare con la Richard's Rainwater di Austin in Texas. L’azienda nasce dall’idea di Richard Heinichen di fare le cose in grande: l’imprenditore amante della sostenibilità aveva infatti installato un sistema di raccolta d’acqua piovana per la sua casa in campagna nel 1994, stanco – racconta – “dell'acqua di pozzo che rendeva i piatti sporchi, i capelli secchi e i jeans rigidi come cartone”. Ha poi creato un Tank Town per fornire acqua piovana ai suoi vicini. Dal 1998 l’impresa vera a propria e nel 2002, Richard's Rainwater diventa la prima azienda del Texas con licenza per imbottigliare e distribuire l'acqua piovana. Poi si è allargato grazie a diversi soci in Missisipi e Georgia.
Ma se si vuole comunque restare in Australia, l’acqua perfetta è la Three Bays, che arriva dalle profondità della penisola di Mornington, dove si trova una delle falde acquifere più profonde e antiche mai scoperte. Questo bacino d'acqua, noto come Basement Paleolitico, si trova a 900 metri nel sottosuolo e ha l'età sorprendente di 600 milioni di anni. In un incredibile viaggio di 2000 anni, un rivolo d'acqua spinge attraverso strati di terra rossa ricca di minerali per raggiungere la superficie. Da questa rara e naturale sorgente artesiana, Three Bays raccoglie semplicemente lo straripamento, per sorsi ricchi di minerali (1300 mg per litro), tra cui vanadio, selenio, zinco e iodio, difficili da reperire altrove. Ma è anche eccezionalmente pura con i suoi soli 0,008 milligrammi di nitrato per litro.
In Perù ecco l’acqua Socosani, che nasce dalla neve del vulcano Chachani vicino alla città di Arequipa. Il vulcano Chachani ha un'altitudine 6mila metri e la sua cima è sempre coperta di neve. Lo scioglimento delle nevi filtra attraverso i geostrati e ne segue il naturale corso sotterraneo verso la Valle Socosani, dove affiorano le sorgenti, protette dall’isolamento quindi lontane dall’inquinamento. A scoprirne la fonte è stato Marco Aurelio Vinelli, farmacista italiano che dopo aver inviato campioni in Francia per certificare le proprietà minerali dell'acqua, nel 1904 aprì la prima azienda imbottigliatrice di acqua minerale sorgiva in Perù.
Un’altra acqua vulcanica è la Kelzai che proviene dalle imponenti montagne del Sahyadhari in India. La Kelzai sviluppa il suo profilo aromatico unico e le sue proprietà nell’attraversare le formazioni rocciose di basalto che fungono da filtri naturali e infine si ferma in un'abbondante falda acquifera.
In Brasile troviamo invece la particolarissima Ô Amazon Air Water. Sì, un’acqua ottenuta dall’aria (molto umida, s’intende). Grazie alla tecnologia siamo in grado di condensare l'acqua dall'aria della foresta pluviale, fatta fluire in una serpentina fredda. La condensa scorre per gravità in un serbatoio di contenimento in acciaio inossidabile prima del suo imbottigliamento. L'aria della foresta amazzonica viene filtrata prima di incontrare la batteria fredda per rimuovere le impurità e l'acqua viene esposta ai raggi UV in conformità con le leggi locali prima dell'imbottigliamento. Il logo richiama il nome "acqua" in francese e anche un'espressione usata dagli indiani amazzonici - che rappresenta l'acqua - con lo stesso suono della lettera Ô.
Dalla foresta pluviale ai ghiacciai del Canada: Ice Age è acqua che deriva dallo scioglimento di ghiacciai formatisi millenni nel Great White North. Immersa nell'insenatura di Toba e nascosta nelle profondità delle montagne costiere della Columbia Britannica, l'acqua di scioglimento viene raccolta dal ghiacciaio di Hat Mountain, che alimenta i laghi glaciali. La fonte è lontana da insediamenti umani ed è prelevata in un luogo protetto dal punto di vista ambientale dal governo. In una bottiglia si ritrova il gusto preparato dalla natura durante i millenni.
Nelle isole Fiji è famosa l’acqua omonima, ma esiste anche la pregiata SAVU, da una sorgente artesiana nelle profondità della foresta pluviale tropicale che copre le montagne Namosi a Viti Levu, l'isola principale delle Fiji. Oltre 4 metri di pioggia cadono ogni anno nella regione e filtrano lentamente attraverso la falda acquifera per molti anni. L'acqua artesiana sgorga sotto la propria pressione e viene imbottigliata in PET alla fonte. L'intero bacino idrografico della falda acquifera artesiana SAVU è isolato da qualsiasi attività umana ed è una foresta pluviale tropicale molto remota e inaccessibile. Tra le qualità organolettiche, il classico sapore morbido e neutro di un'acqua delle isole del pacifico con la caratteristica presenza di alti livelli di silice e una bassa mineralità.
In Islanda, molto prima che l'uomo la popolasse, si verificò una massiccia eruzione vulcanica, che creò la sorgente di Ölfus (una delle sorgenti naturali più grandi del mondo) in profondità sotto la superficie terrestre. Per 5.000 anni, l'acqua ha filtrato lentamente attraverso strati di roccia lavica, creando un'acqua naturalmente alcalina con il perfetto equilibrio minerale. Protetta da uno strato impenetrabile di roccia lavica e circondata da una zona di esclusione di 518 km quadrati, la sorgente è costantemente rifornita da una graduale filtrazione delle piogge e dello scioglimento delle nevi su campi lavici disabitati e incontaminati. Icelandic Glacial è la prima acqua in bottiglia al mondo ad essere certificata CarbonNeutral grazie anche al suo impianto alimentato interamente da energia geotermica e idroelettrica.
In Libano la Rim Natural Spring Mineral Water sgorga da una sorgente di 100 milioni di anni conosciuta come "Ain-As-Sayfiyeh" ad un'altitudine di 1450 m sulle pendici orientali del monte Sannine. L'impianto di imbottigliamento Rim, creato nel 1978, ospita alcune delle linee di imbottigliamento complete più grandi e moderne della regione del Medio Oriente con una produzione di oltre 70.000 bottiglie Pet all'ora.
In Sud Africa spicca Mountain Falls, dalla composizione minerale unica e un pH7 perfettamente bilanciato. Proviene da una fonte situata alla base della catena montuosa del Kleinriver, annidata tra le città di Hermanus e Stanford nell'Overberg.
Nella “terra del drago del tuono”, il Buthan, ecco la sorgente incontaminata delle acque sorgive di BODH, nell'Himalaya orientale, che i bhutanesi considerano dimora degli spiriti onnipotenti. Le sorgenti di BODH si trovano nella parte alta di una regione con pochissimi insediamenti umani e la terra è ricoperta di foresta tropicale tutt'intorno alla sorgente artigianale. L'acqua viene imbottigliata alla fonte in vetro.
Sempre in Buthan viene imbottigliata la Veen, raccolta nell'Himalaya orientale in quello che è noto come "l'ultimo Shangri-La", i cui imbottigliatori sono già famosi per l’acqua Veen della Finlandia che prende il nome dalla figura di Veen Emonen, la madre delle acque finlandesi nonché Dea della fortuna dei marinai, e sgorga da una sorgente del Circolo Polare Artico. I titolari del brand infatti pensano che l’acqua, come i diversi vitigni e vigneti in diverse regioni, esprimano l’anima di un territorio e quindi non si accontentano di un'unica sorgente. Quella della Lapponia finlandese viene venduta in una speciale bottiglia firmata dal designer finlandese Anti Eklund (la cui prima bottiglia chiamata “Onda 66” si può ammirare al museo del design di Helsinki).
In Uk la Deeside sgorga da sorgenti artesiane protette nel cuore del Royal Deeside in Scozia. Già dal 1760 la città termale di Ballater crebbe per accogliere i visitatori che venivano a prendere le "acque miracolose". L’acqua viaggia per 50 anni, il tempo che occorre alla pioggia scozzese per filtrare attraverso la roccia granitica prima di emergere alle sorgenti. Questa protezione in profondità nel sottosuolo si traduce in un livello superiore di purezza, determinato dal basso livello di nitrati dell'acqua.
La sua rivale nel Regno Unito è la Hildon, che sarebbe l’acqua presente sulla tavola dei Windsor, nonché la preferita dalla Regina Elisabetta, che la sceglie per accompagnare e allungare il suo whisky. Sua Maestà ha un palato fine: la Hildon per l’equilibrio dei suoi minerali è ritenuta infatti di gusto neutro, il che la rende perfetta per accompagnare non solo i cibi ma anche i vini e i superalcolici tanto che dal 1989 è l'acqua minerale scelta dai sommelier del prestigioso Institute of Masters of Wine.
E l’elenco, che non pretende di essere esaustivo, potrebbe continuare con proposte più o meno accessibili (dagli 8 ai 30 euro) in ogni regione, perché Paese che vai acqua che trovi.
Piccoli accorgimenti che possono fare la differenza per risparmiare tempo ed energia