“Esportiamo in tutto il mondo ma il cuore resta a Bubbio” - La Stampa

2022-04-29 17:45:10 By : Ms. Alice Xiao

La scelta dei fratelli Pesce, produttori di macchine enologiche

«Abbiamo avuto diverse proposte, an­che vantaggiose, per trasferirci da altre parti. A tutti, con garbo, ab­biamo spiegato di voler restare in Langa , dove siamo nati,  pur sapendo che i disagi ci sono e non da poco per chi vuole fare impresa e deve essere competitivo su tutti i mercati del mondo». Lo affermano con determinazione Alessandro e Massimi­liano Pesce , imprenditori quarantenni, contitolari della Pesce snc, spe­cializzata nella costruzione di macchine enologiche per l’imbottigliamento del vino prima e dell’olio dopo, in medie o piccole realtà produttive da 10 mila a  80 mila pezzi all’anno. Tra i loro clienti ci sono anche nomi di prestigio del settore enologico come Campari, Fer­rari e Ca’ del Bosco. Le macchine prodotte sono destinate per l’ 80% al mercato estero . 

Gli inizi in una cascina

Racconta Pina Cresta, mamma di Alessandro e Massimiliano, che da sempre si è occupata dell’amministrazione: «Tutto è iniziato negli anni ’70 quando Giuseppe, padre dei ragazzi, aveva aperto prima  in regione Consortile e in regione Grassi dopo,  un’officina per produrre tappa­trici ».

«Noi – afferma Massimiliano – cerchiamo di ammodernare sempre di più i nostri macchinari, facendo attenzione prima di tutto alla qualità del materiale in quanto ci siamo dati la mission di servire con sistemi di imbottigliamento sempre più perfetti le piccole, ma prestigiose, aziende. Oggi guardiamo anche con molta attenzione alle necessità tecnologiche che hanno i piccoli birrifici artigianali  per imbottigliare il loro prodotto. Fatta e riconfermata la scelta di operare in Langa, ci siamo anche attrezzati per superare le piccole difficoltà logistiche che incontrano i nostri clienti. Per fortuna, essendo il nostro un prodotto di nicchia, ma molto conosciuto e ricercato, i clienti arrivano lo stesso fino a Bubbio».

Nella guida dell’azienda, il passaggio generazionale arriva nel 2002 quando, a papà Giuseppe, subentrano i figli Massimiliano e Alessandro e le mogli. Il loro sogno è racchiuso in una foto ben in evidenza negli uffici: ritrae i quattro figli - Camilla, Carlotta, Mattia e Adele - a cui un giorno vorrebbero consegnare l’azienda con una sola raccomandazione: «Cercate di restare a Bubbio»

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

“ Mio padre e mia madre leggevano La Stampa, quando mi sono sposato io e mia moglie abbiamo sempre letto La Stampa, da quando son rimasto solo sono passato alla versione digitale. È un quotidiano liberale e moderato come lo sono io.

“ Perché mio papà la leggeva tutti i giorni. Perché a quattro anni mia mamma mi ha scoperto mentre leggevo a voce alta le parole sulla Stampa. Perché è un giornale internazionale.Perché ci trovo le notizie e i racconti della mia città.

“ Leggo La Stampa da quasi 50 anni, e ne sono abbonato da 20. Pago le notizie perché non siano pagate da altri per me che cerco di capire il mondo attraverso opinioni autorevoli e informazioni complete e il più possibile obiettive. La carta stampata è un patrimonio democratico che va difeso e preservato.

“ Ho comprato per tutta la vita ogni giorno il giornale. Da due anni sono passato al digitale. Abito in un paesino nell'entroterra ligure: cosa di meglio, al mattino presto, di.... un caffè e La Stampa? La Stampa tutta, non solo i titoli....E, visto che qualcuno lavora per fornirmi questo servizio, trovo giusto pagare un abbonamento.