Come dovremmo comportarci in caso di un incidente o di una guerra nucleare? Quali sono le azioni da compiere immediatamente per proteggersi il più possibile?
La minaccia di Putin di fare ricorso alle armi nucleari e gli attacchi russi alla centrale di Chernobyl e Zaporizhzhia in Ucraina hanno riacceso i timori in Europa. Migliaia di cittadini francesi, belgi e di altri Paesi europei hanno reagito catapultandosi nelle farmacia per acquistare preventivamente pillole allo iodio (ma che in realtà non ha senso comprare per via di una serie di motivi), mentre in Italia è boom di richieste di rifugi antiatomici.
Naturalmente tutti ci auguriamo che la minaccia non si concretizzi, ma in caso di un attacco o di un incidente nucleare come dovremmo comportarci? Qual è il vademecum da seguire per proteggerci? Vediamo quali sono i comportamenti più indicati da adottare, suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Se ti trovi nei pressi dell’esplosione:
Le indicazioni cambiano leggermente differenti a seconda che ci si trovi all’aria aperta o al chiuso.
Se, invece, ti trovi in auto, autobus o altro veicolo durante un’emergenza radioattiva cerca immediatamente di entrare al chiuso di una casa, perché i veicoli non forniscono una protezione sufficiente. L’ideale sarebbe una zona sotterranea, ma comunque rifugiarsi in un qualsiasi edificio è più sicuro di stare all’esterno. Nel caso in cui tu abbia animali domestici, anche per loro valgono le stesse precauzioni (doccia compresa).
Come ricorda l’OMS, un’arma nucleare può causare devastazione e morte su un’area potenzialmente molto estesa. Chi si trova nei pressi dell’esplosione è esposto a:
L’avvelenamento da radiazione non ha solo effetti lampanti e immediati (tra cui la degenerazione dei tessuti nel giro di pochi minuti), ma anche numerose conseguenze a lungo termine. Tra questi l’OMS menziona:
Tuttavia, è bene ribadire che in assenza di un disastro o di un incidente nucleare, farsi prendere dal panico facendo scorte di pillole allo iodio non ha molto senso, anche perché quelle reperibili in farmacia hanno un dosaggio che sarebbe insufficiente a bloccare il funzionamento della tiroide. In questo caso servono dosi farmacologiche ed è necessario un intervento sanitario a livello nazionale.
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