Il gruppo friulano costruirà uno stabilimento farmaceutico a Ryazan Claudio de Eccher: «Chiuderemo il ’21 con ricavi superiori ai 500 milioni»
UDINE. Quattro anni di lavori, con l’apertura del cantiere prevista per febbraio 2022, per un importo complessivo di 350 milioni. È il valore della nuova commessa acquisita in Russia dal gruppo Rizzani de Eccher, il colosso friulano delle costruzioni con quartier generale a Cargnacco, alle porte di Udine.
La committente è Octapharma-Pharmimex, la joint-venture svizzero-russa dell’industria farmaceutica che realizzerà a Ryazan, duecento chilometri a sud di Mosca, un nuovo stabilimento chiavi in mano per il frazionamento del sangue per la produzione di emoderivati salvavita.
Un contratto importante, che conferma il settore ospedaliero e farmaceutico come uno dei driver della ripresa per la Rizzani de Eccher. Dopo il percorso sugli ospedali, che ha visto l’azienda, e le sue controllate, impegnata in Svezia, Norvegia e Ghana, il gruppo friulano si è imposto tra le realtà più attive nel business degli stabilimenti industriali per le società farmaceutiche, come hanno dimostrato le recenti acquisizioni italiane per Stevanato Group (Padova) e PharmaNutra (Pisa).
Un filone importante, trattandosi di un settore che per effetto della pandemia sta vivendo una fase di fortissima crescita dei ricavi e caratterizzata anche da ingenti investimenti in siti produttivi e nuove tecnologie costruttive e logistiche, con un rafforzamento dei legami tra industria farmaceutica e società di costruzioni.
Linfa importante per i fatturati di Rizzani de Eccher, che conta di chiudere quest’anno con ricavi in linea con i numeri del 2019 (quando aveva realizzato un volume d’affari di 575 milioni), recuperando la battuta d’arresto del 2020 (con ricavi attestatisi sui 400 milioni) e ponendo le basi per una risalita che si annuncia particolarmente marcata per il 2022.
«Chiuderemo il 2021 – anticipa Claudio de Eccher – sicuramente al di sopra di quota 500 milioni, ma è nel 2022 che ci attendiamo una crescita ancora più marcata, grazie a commesse “pesanti” come quella di Octapharma e ad altri importanti contratti che ci apprestiamo a chiudere e che contiamo di annunciare nelle prossime settimane».
L’impianto di Ryazan, che sarà pienamente operativo nel 2026, risponde a un’esigenza, fortemente sentita dalla Federazione Russa, di ridurre la dipendenza dalle forniture estere nel settore dell’industria farmaceutica e nel caso in specie della produzione di emoderivati salvavita. Sarà una struttura farmaceutica avanzata, con un edificio di produzione comprendente aree di frazionamento, purificazione e riempimento, magazzino per lo stoccaggio del plasma, laboratori, un edificio amministrativo e altri spazi dedicati ad attività ausiliari e di supporto. Sarà dotato di “camere bianche” (ovvero ambienti adibiti a laboratorio la cui caratteristica principale è la presenza di aria molto pura, cioè a bassissimo contenuto di microparticelle di polvere in sospensione) classificate di grado A, B, C, D per la filtrazione dell'aria e il monitoraggio ambientale, in conformità con i requisiti di produzione sterile, in linea con la normativa europea e gli standard russi.
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