La storia è quella di un grande amore tra il biscegliese Giacomo De Candia e la veronese Teresa Zonno. E’ dalla loro unione che nasce l’enoteca De Candia, storico esercizio commerciale situato nel quartiere Carrassi, in via Buccari. L’attività compie domani 90 anni.
A raccontarci gli eventi è il loro figlio, Italo De Candia, 83 anni, venuto al mondo proprio negli scantinati della bottega, nel corso della seconda guerra mondiale. L’enoteca, infatti, ha nel seminterrato un rifugio antiaereo, dove ora è custodito un vero e proprio museo del vino.
“Mio nonno avena una azienda vinicola a Brindisi e comprò a Palese una villa sul mare dove mio padre con la famiglia trascorreva l’estate. Lì incontrò mia madre e se ne innamorò”. Una volta convinta a far trasferire la sua amata, De Candia comprò nel 1913 il locale con un rifugio antiaereo che “”diventò l’unico punto di salvezza per tutti i cittadini della zona”. La licenza come osteria fu ottenuta 1925. “Mia madre era una grande cuoca grazie alla sua cucina con il mix di cultura veneta e pugliese. Ed eravamo il punto di ritrovo dei dipendenti del carcere, della storica vetreria Pizzirani e del Saponificio Borrelli”.
“L’attività nacque quindi come osteria, ma verso i miei 17-18 anni – continua il racconto – quindi negli anni ’60 in poi iniziai la trasformazione in enoteca. Mi sono quindi dedicato alla perfezione e alla ricerca di prodotti di qualità”. Ora l’attività è mandata avanti dai figli di Italo, Luca e Alessandra e Roberta.
Italo tiene a farci vistare il luogo a cui è affezionato: gli spazi sotterranei, appunto l’ex rifugio antiaereo. Qui si scorge una raccolta di oggetti tra bottiglie pregiate e antichi attrezzi usati per l’imbottigliamento. Tra gli apparecchi spicca poi una tappatrice per champagne degli anni ’30. E poi una collezione di posaceneri e bottiglie che possono raccontare una storia. C’è il microclima ideale per la conservazione dei vini più preziosi, custoditi su appositi portabottiglie lignei adagiati su un tappeto di ghiaia spesso mezzo metro, utile per assorbire l’umidità.
“Siamo orgogliosi di avere una punta di diamante come la famiglia De Candia nel nostro quartiere e della nostra città”, ci racconta Mimmo Tarantini, presidente dell’associazione ‘La Formica’.
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