Allarme FMI sulla recessione e le Borse finiscono in ribasso: crollo Walmart e Piazza Affari tra le peggiori - FIRSTonline

2022-09-02 17:52:06 By : Mr. Fred Chen

L’allarme lanciato dal Fondo Monetario Internazionale sulla recessione spaventa i mercati alla vigilia delle riunioni dei vertici di Fed e Bce – Piazza Affari perde di nuovo terreno ma a Wall Street fa clamore il crollo di Walmart

L’allarme lanciato dal Fondo Monetario Internazionale sulla recessione spaventa i mercati alla vigilia delle riunioni dei vertici di Fed e Bce – Piazza Affari perde di nuovo terreno ma a Wall Street fa clamore il crollo di Walmart

Le Borse europee proseguono in area negativa dopo che il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita per Europa e Stati Uniti, la trimestrale sotto le attese di Ubs e le tensioni tra i Paesi Ue sul piano d’emergenza gas per l’inverno. Un mix di fattori che rende nervosi i principali listini azionari, con Milano la peggiore del Vecchio Continente. Ma gli occhi sono tutti puntati dell’evento clou di mercoledì, ossia l’annuncio Fed sui tassi nel tentativo di domare l’inflazione.

Anche Wall Street debole, dopo il profit warning di Walmart negli Usa e in attesa dei risultati trimestrali delle big americane Alphabet (-1,02%) e Microsoft (-1,38%), dopo l’accusa (anche a Apple e Amazon) di aver usato oro illegale estratto in Amazzonia. Oggi, martedì 26 luglio si apre negli Usa la due giorni di riunione del Fomc, il comitato di politica monetaria della banca centrale americana. Come da attese, la Fed tornerà a correggere al rialzo il costo del denaro di 75 punti base, anche se sono emerse previsioni di un possibile ritocco di 100 punti.

Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones lima lo 0,57%; sulla stessa linea, cede alle vendite l’S&P-500, che retrocede a 3.940 punti. Variazioni negative anche per il Nasdaq (-1,48%) a 11.607,85 punti.

Sostanzialmente stabile l’oro, che continua la sessione a quota 1.715,3 dollari l’oncia, con riduzione dell’0,24%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) continua la sessione in rialzo e avanza a 97,72 dollari per barile.

Il rendimento del Treasury Usa decennale scende al 3%, così come i rendimenti dei titoli di Stato dell’Eurozona: mentre quello del Btp 10 anni sale al 3,23% con lo spread Btp/Bund in rialzo a 237 punti base (+1,86%). Il Tesoro ha piazzato 2,5 miliardi di euro di Btp short term con tassi in rialzo all’1,71%

Tra i listini europei la maglia nera se l’aggiudica Milano (-1,04%) a 21.159,98 punti. In ribasso anche Francoforte (-0,86%), Parigi (-0,42%) e Madrid (-0,02%). In controtendenza Amsterdam e Londra poco sopra la parità (+0,1%). Sui listini pesano le auto, le banche e le tlc. In forte calo le compagnie aeree con Ryanair (-4,48%) e Lufthansa (-0,55%), quest’ultima in vista dello sciopero di domani con il taglio di numerosi voli.

Il Fondo monetario taglia le stime di crescita globale (rivista dal 3,6 al 3,2% quest’anno e del 2,9% nel 2023), ma guerra e inflazione possono causare danni ancora più gravi (al +2,6% nel 2022 e al +2,0% nel 2023, un livello toccato solo cinque volte dal 1970). L’Italia tiene meglio di altri, ma nel 2023 sarà la peggiore tra le grandi economie Ue: il pil è atteso crescere del 3% nel 2022 (0,7 punti percentuali in più rispetto al +2,3% previsto in aprile) mentre nel il 2023 il Fondo taglia di un punto percentuale rispetto alle previsioni precedenti, al +0,7%.

Anche le stime di crescita di Germania, Francia e Gran Bretagna sono riviste al ribasso. Il Fmi ha sottolineato che per Berlino c’è una chance su quattro di una recessione. La crescita tedesca è stata rivista all’1,2% nel 2022 e al +0,8% nel 2023 (rispettivamente -0,9 e -1,9 punti percentuali rispetto alle stime precedenti). Il pil francese è atteso crescere del 2,3% quest’anno e dell’1% il prossimo (-0,6 e -0,4 punti percentuali), mentre quello britannico del 3,2% nel 2022 e dello 0,5% nel 2023 (-0,5 e -0,7 punti percentuali).

“Con l’aumento dei prezzi che si fa sentire sugli standard di vita, ridurre l’inflazione deve essere la priorità. Una stretta della politica monetaria avrà inevitabilmente costi economici reali ma ritardare” un’azione avrebbe come conseguenza solo quella di “esacerbarli”, afferma il Fmi, prevedendo un’inflazione al 6,6% quest’anno nelle economie avanzate e al 9,5% in quelle emergenti e in via di sviluppo. Le stime sui prezzi sono state riviste al rialzo – rispettivamente di 0,9 e 0,8 punti percentuali – e il Fondo prevede che i prezzi resteranno elevati più a lungo di quanto inizialmente previsto.

Il pil statunitense frenerà oltre le previsioni sia quest’anno che il prossimo, azzoppato dalla stretta monetaria avviata dalla Fed per contrastare l’inflazione: l’economia a stelle e strisce crescerà del 2,3% nel 2022, contro il +2,9% atteso a giugno, e dell’1% nel 2023, a fronte del +1,7% previsto in precedenza. L’inflazione è invece stimata al 6,6% quest’anno per poi scendere all’1,9% il prossimo.

Sul fronte dei cambi, l’euro è in calo (-0,88%) a 1,01307 dollari. Saranno le dichiarazioni di domani del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, a condizionare l’andamento del biglietto verde nelle prossime settimane.

Ma a pesare sul cambio anche i timori per uno stop al gas russo. Nonostante, i paesi dell’Ue abbiano approvato il piano di emergenza per contenere la domanda di gas, i prezzi del gas europeo restano elevati: +9,6% a 193,6 euro a megawattora.

Per quanto riguarda il nostro Paese, il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, rassicura sugli stoccaggi, “il livello di riempimento degli stock di gas dell’Italia ha superato il 70%, stiamo andando verso il 71%, quindi direi che stiamo bene”.

In rialzo il prezzo del greggio: il Wti con consegna a settembre è scambiato a 98,12 dollari (+1,47%), mentre l’analogo future sul Brent vale 106,49 (+1,27%).

Soffrono Pirelli e Iveco (-2,57%), Stellantis (-0,79%) per la carenza di chip.

Evidenzia un deciso ribasso anche Diasorin (-3,05%). Tra gli istituti di credito, che risentono in primo luogo della brutta accoglienza riservata dal mercato alla trimestrale di Ubs, in netto calo Banco Bpm (-3,10%), Bper (-2,78%), Intesa (-1,85%) e Unicredit (-0,30%). In flessione A2a (-1,55%) e Nexi (-2,05%). Sugli scudi Italgas (+2,93%), dopo i conti del primo semestre con l’utile in crescita. Bene Snam (+0,87%).

Eni (-0,38%) non beneficia della nuova scoperta nel bacino Berkine Nord nel deserto algerino effettuata insieme a Sonatrach.

In leggero ribasso anche Tenaris (+0,43%). Si mettono in mostra Atlantia (+0,62%) e Terna (+1,94%).

Saipem (-0,40%) paga la pubblicazione dei conti del secondo trimestre, in calendario domani.

Nata a Roma nel 1991. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Scienze Economiche all’Università Roma Tre ha trascorso un periodo in Australia dove ha lavorato come manager nel settore della ristorazione. Oltre a far parte del desk del giornale, scrive per la sezione Food e di argomenti correlati al turismo. Il Nord della Sardegna è la sua seconda casa e il padel il suo passatempo preferito.

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